“A questo livello di specializzazione, la differenza tra vincere e perdere è per il 99% mentale.” – Mark Spitz, 7 medaglie d’oro con 7 record del mondo nella stessa Olimpiade (Monaco di Baviera, 1972)

Oggi affrontiamo la tematica mente e sport Old School Training (OST).

Però non voglio parlarti di sollevamento pesi, ma di un altro sport più cruento. Continua a leggere

Probabilmente sai chi è Anderson Silva, giusto per mettere tutti sullo stesso livello di conoscenza: è una leggenda delle MMA (Arti Marziali Miste) lo sport di combattimento più violento ed efficace che esista attualmente. Comprende tecniche di combattimento in piedi, lotta a terra e proiezioni.
Anderson Silva si è infortunato durante UFC 168 e ora si è finalmente ripreso.

(Attenzione, le immagini seguenti non sono adatte ad un pubblico sensibile, quindi se tu lo sei, vai oltre e salta l’immagine)

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Da un punto di vista fisico è tornato esattamente quello di prima. È tornato ad allenarsi e ha ripreso perfino a combattere.

Non sento più dolore. La mia forza è la stessa e sono tornato ad allenarmi. La cosa che non è tornata è la fiducia in me stesso.
Ora non ho più la sicurezza nel tirare un calcio, a tal proposito ho lavorato con uno psicologo per cancellare i fantasmi di quell’infortunio.
So che posso tirare un calcio, ma non lo faccio per paura. Chi mi ha visto combattere da campione è fortunato, poiché ci sarà un solo Ayrton Senna, un solo Pelè ed un solo Anderson Silva, ma chi non mi ha mai visto probabilmente non mi vedrà più. Mi sento più vicino alla pensione ora più che mai“.

Com’è possibile che Silva non riesca ad ottenere più gli stessi risultati? La sua conoscenza tecnica è esattamente quella di prima (e stiamo parlando di un professionista ai massimi vertici mondiali, non di un ragazzino che si allenava in palestra e riusciva a piazzare un paio di ganci) l’esperienza è enorme e fisicamente la scienza e la medicina lo ritengono pronto.

Effettivamente agli esami lui risulta perfetto: non sente più dolore, la forza è tornata quella di prima.
Eppure la sua mente lo condiziona al punto da non ottenere più gli stessi risultati di prima. Alla luce di ciò, sei ancora convinto che la tua mente non possa limitare o far esplodere i tuoi risultati nella vita e nello sport?
Forse conosci la storia del “miglio di Roger Bannister”: prima del 1954 la comunità scientifica mondiale aveva emanato una sentenza molto dura e chiara: l’uomo non può fisicamente coprire la distanza di un miglio in meno di quattro minuti.

R.B.
Le motivazioni erano tutte scientifiche: in base alla struttura del nostro corpo e del cuore si riteneva fosse impossibile correre il miglio in meno di quattro minuti. Se qualcuno l’avesse fatto, gli sarebbe certamente scoppiato il cuore.

Un tale Roger Bannister non credeva che quel parere scientifico fosse definitivo e non voleva assolutamente essere condizionato da ciò. Pertanto si allenò con la convinzione di poter correre il miglio in meno di quattro minuti.
Nessuno era mai riuscito a farlo e tutti gli altri corridori, dando per scontato che fosse impossibile, si impegnavano semplicemente a migliorare i loro tempi ma mai a scendere sotto i quattro minuti.
Il 6 Maggio 1954 alla Oxford University Roger Bannister, dopo mesi di allenamento specifico, corse il miglio in 3:59.4.

Al termine della corsa ebbe un mancamento causato dallo sforzo, perse addirittura la vista ma poi si riprese. Il suo record fu straordinario ma ancora più straordinario è quanto è accaduto dopo: solo 46 giorni dopo, il corridore finlandese John Landy, migliorò lo stesso primato e, nell’anno successivo, decine e decine di corridori in tutto il mondo corsero il miglio sotto in 4 minuti.

Cos’era successo? Si era rotto un limite nella mente di quegli atleti. Ora sapevano di poter correre il miglio in meno di 4 minuti e “magicamente” il loro corpo era in grado di farlo. Per la cronaca, oggi, il record sul miglio è detenuto da un atleta marocchino ed è di 3:43 min, mentre i 4 minuti sono un muro superato già dai migliori atleti delle scuole superiori in tutto il mondo.

Quali sono i tuoi limiti? Sono davvero limiti o ti sono stati imposti? Forse sei stato stesso tu a limitarti, non è vero?
Impara a riconoscere fin dove puoi spingerti DAVVERO, senza che a importi i limiti siano gli altri
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