Come Matteo ha superato i 50 cm di braccio e i 190 kg di panca.

Viaggio del sig. Rossi da Weider all’infrequente per il ritorno alle Origini della OST.

 La storia di Matteo probabilmente ti ricorda la tua. Lui ha passato anni con allenamenti improduttivi, allenandosi a cedimento con esercizi monoarticolari e macchine e cavetti vari e fare qualunque altra cosa potesse pensare per arrivare ad ottenere un fisico possente (soprattutto da NATURAL).

Ma niente ha funzionato. Il corpo di Matteo non è mai diventato possente come voleva.

Matteo non è mai riuscito nemmeno a inserirsi in “lista d’attesa” per la massa imponente con questi allenamenti improduttivi.

Qualcun altro nel frattempo otteneva il corpo possente che voleva.

E Matteo si chiedeva come mai lui non vi riusciva.

Ma le cose sono iniziate a cambiare quando Matteo ha investito il suo tempo nello studiare e applicare alcune metodologie diverse.

Ecco cos’è successo in sintesi:

  • 1° schema Weider: Matteo si è infortunato e ha perso il suo tempo.
  • 2° schema Mc Robert: Matteo ha cambiato la sua visione dell’allenamento e raggiunto i primi risultati.
  • 3° schema di forza stile OST: Matteo ha raggiunto il massimo suo potenziale fisico con braccia da 51 cm abbracciando la filosofia dei vecchi pesisti.

Ora Matteo ha un braccio da 51 cm e un massimale di panca piana col fermo al petto di 190 kg.

Il successo di Matteo non è un caso.

Se vai su https://www.oldschooltraining.net/the-secret-book-of-old-school-training/, potrai capire come si allenavano gli atleti della Old School e come puoi allenarti con successo anche tu in tal modo.

Ma lascia che ti presenti Matteo con le sue stesse parole…

Matteo Notelli

 

«Negli anni settanta la pseudo scienza e il marketing supportavano le attrezzature con sovraccarichi, e la filosofia associata alla vendita di quelle attrezzature iniziò ad influenzare le decisioni dei coach poveri di informazioni.»

(William J. Kraemer dal libro Designing resistance training programs)

 

 Ciao Oreste, ti ringrazio per questa nostra chiaccherata e per il tuo meraviglioso libro Old School: https://www.oldschooltraining.net/the-secret-book-of-old-school-training/ 

Mi hai chiesto di  scrivere 2 righe sul meraviglioso viaggio dell’allenamento con la ghisa che ho intrapreso oltre 20 anni fa.

Prima di tutto voglio dire cosa NON sono:

  • 1) non sono un trainer professionista
  • 2) non sono un bb professionista
  • 3) non mi alleno per partecipare a gare di bb
  • 4) non ho scritto libri sull’allenamento
  • 5) non vendo integratori-riviste-macchinari di allenamento
  • 6) non sono un atleta dopato

Sono il classico sig. Rossi che dopo una giornata di lavoro si approccia con i pesi per diletto.

La mia attuale professione è web developer, ma nella mia vita ho fatto di tutto:

dal guardiano nei supermercati al traslocatore, fino ad arrivare a fare il muratore.

Iniziai la prima esperienza in palestra nel (ormai lontano) 1991 (quindi sono ormai 23 anni che mi alleno), ero e sono alto 168 cm e allora pesavo soltanto 68 kg, il mio braccio non arrivava a 32 cm e i miei polsi non sono mai stati enormi.

Ma ero come tutti: carico di entusiasmo per il culturismo e l’allenamento con i pesi.

Come gran parte dei quarantenni di oggi mi allenavo dalle 4 a 5 volte la settimana con varie split routine di stampo weideriano.

Mi ricordo ancora una delle mie schede favorite… per un certo periodo riuscii anche a passare dalle 3 alle 6 sedute a settimana.

All’epoca usavamo una tecnica con tempi di recupero brevissimi di 45″, massimo 1 minuto tra una serie e l’altra.

Ecco un classico esempio di cosa si usasse in quegli anni

  • A) panca piana 4* 12/10/8/6
  •    croci panca 45° 3* 12
  •    deep machine o pectoral machine  4* max
  •    curl scott bilancere 4* 12/10/8/6
  •    curl cavo 4 * 10/8/8/6
  •    hammer manubri  3 * 12

 

  •  B) sbarra presa triangolo 3* max
  •    Lat machine presa inversa  4* 12/10/8/6
  •    pulley 3* 12
  •    french press 4 * 10/8/8/6
  •    push down cavi  4* 12/10/8/6

 

  •  C) Leg press orizzontale 4* 15/10/8/6
  •     Leg extension 3* max
  •     leg curl 4 * 15/12/10/10
  •     calf seduto 3 * 15
  •     shoulder press o lento 2 manubri 4* 12/10/8/6
  •     alzate laterali cavo  4* 12
  •     fly posteriori 3  * 10

 

Chi di noi negli anni 90 non ha fatto cose così?

Per non parlare degli altri principi weider?

I super set? triset ? il pre esaurimento? I set giganti?

Fino al famigerato allenamento istintivo…

Beh ti lascio immaginare il successone…come per la maggior parte di noi…

Già all’epoca riuscivo a cavare qualcosina quando sospendevo “gli allenamenti di massa” per fare quello che all’epoca si intendeva per allenamento di forza ( il vecchio 3 * 3) più un back off…

Poi eseguendo le varie tecniche d’intensità (intesa nel bb) a cedimento con la smith machine, le mie spalle fecero crack…

Feci male all’epoca a non indagare a fondo (l’ecografia non era risolutiva)…

Comunque, il danno non era sulla cuffia dei rotatori ma sul cercine (andato).

Matteo Weider

Oggi lotto contro l’artosi alla spalla destra e devo dire che la gestione del problema non è semplice.

Analizziamo che cosa era successo però dagli anni 70 in poi:

Il bb era uscito dalla nicchia dei pochi amatori per diventare un vero e proprio fenomeno di massa, questo grazie alla grandissima abilità commerciale di Weider e al suo cavallo di razza, il grandissimo Arnold.

La palestra quindi non era più un circolo per pochi eletti ma un vero e proprio business… per far ciò era necessario rendere l’approccio all’allenamento più easy più accessibile a tutti.

Quindi ecco la necessità (per chi vendeva e per chi acquistava) dei macchinari.

Una peck deck  per le spalle è più facile insegnare che per un militar press.

Una leg extension non comporta un tutorial così importante come per lo squat libero.

La stessa tecnica di panca piana comporta un livello e tempo di apprendimento non indifferente rispetto alle croci ai cavi o alla pectoral machine…

E quindi ecco sparire o quasi i multiarticolari nelle palestre:

Dips con sovraccarico? Non pervenute…

Squat? Meglio alla smith machine (auguri…)!

Panca piana? “no guarda per il petto è molto meglio croci ai cavi e chest press machine”,

e così via…

Funzionavano queste tecniche e macchinari?

Oggigiorno nei vari forum si è aperta una sorta di guerra mediatica tra i sostenitori dei principi weider più macchine vs chi (come me) ha deciso altri approcci…col ritorno dei multi articolari e i pesi liberi.

Questa battaglia, ormai noiosa. mi ha portato ad un’unica opzione: Che ognuno provi la sua strada.

Però non essendo il solo a farsi queste domande, nacque anni fa la rivista HardGainer con articolisti dello stampo di McRobert e Brooks D.Kubik: 2 signor Rossi appunto che parlavano proprio a tanti signor Rossi come me…

Il loro approccio fu quello di un ritorno assoluto ai fondamentali dell’allenamento con i pesi: riscoperta dei multiarticolari e abbandono delle macchine.

Ecco come nacquero i principi dell’allenamento abbreviato.

Me ne innamorai subito, anche perchè non potendo più dedicarmi a pieno all’allenamento avevo necessità di un approccio breve ma che producesse risultato.

Bene…

Bene intrapresi subito routine abbreviate con aumento del carico minimo (mi procurai i primissimi pesini da mezzo kg e da 1 kg) e cominciai ad allenarmi con profitto andando a tutta con lo squat la panca piana e le dip con sovraccarico.

Cominciai a tenere un piccolo diaro dei miei progressi e cercai di analizzare  i miei punti di forza e di debolezza.

Nel frattempo la spalla non mi permetteva più l’uso della presa standard allo squat, ma non mi sono abbattuto e quindi, non potendo più fare squat per una ridotta mobilità articolare, mi procurai un supporto (il Mantarey) e le fasce e mi dedicai di più allo stacco, da prima utilizzando come supporto 2 step (quindi uno stacco da partenza alta) per arrivare allo stacco classico.

Per anni ho fatto solamente schede molto abbreviate solo 2, max 4 esercizi per seduta.

Ecco una delle mie schede preferite:

  • A) panca piana 5 * 3 (con 167 kg)
  •    military      5* 6 (con 97 kg)
  • B)squat box  2* 5 (con 210 kg) con mantarey e fasce (abominio per un pl, ma davvero impossibilitato ad altro)
  •   stacchi completi   3*3 con 230kg 

 

  • C)Trazioni alla sbarra presa larga  3* 3 con 37 kg di sovraccarico
  •   dip con sovraccarico  2* 5 con 70 kg di sovraccarico
  •   curl bilancere (senza cheating)   3* 4 con 60 kg

 

Con quel sistema ecco come ho trasformato il sig. Rossi: 

  • braccio in contrazione da riposo 49 cm
  • petto 125 cm
  • addome 98 cm
  • coscia 65 cm
  • peso 107 kg

 ed ecco i miei record con l’allenamento infrequente:

  • panca piana  180 kg (senza maglietta da sollevatore)
  • stacco con fasce 240 kg
  • dips 4 reps con 80 kg sovraccarico

 Matteo Mc Robert

Finito qui? No… cambiando lavoro e potendomi dedicare più tempo all’allenamento, sono tornato alle origini del BB, alla multifrequenza da OST, incentrando il mio allenamento sulla forza.

Oggi il mio attuale record su panca è 190 kg (con fermo al petto), il mio braccio supera i 51 cm in contrazione da riposo e peso 117 kg ( ovvio non ho affatto il fisico da indossatore, ma non è il mio obiettivo).

Matteo PL & OST

Matteo OST

Quindi meglio la multi dell’infrequente?

Personalmente sì ,con dei concetti però chiari.

Nell’infrequente la ricerca della progressione (lineare e continua) comporta un basso volume e un aumento quasi costante del carico (alla lunga si stalla, ma un nesso logico c’è, la via è chiara e percorribile).

Nella multifrequenza la progressione (o meglio la progressione ad OGNI seduta) non è il principio portante, anzi si cura la tecnica ed il volume di lavoro è fondamentale.

Vedendo l’approccio di Reeves, di Park, di Eder ecc..ecc… cioè il riscoprire le origini del bb e il perché di determinate scelte, mi ci ritrovo appieno…ed è quello che consiglio.

Il tuo libro è veramente una grande possibilità per riscoprire principi e tecniche andate ormai quasi dimenticate.

Libro OST

Libro OST

Ecco il sunto della mia esperienza con i pesi… visti da uno che partendo da un patrimonio genetico non impeccabile è riuscito ad ottenere qualcosina.

Gli obiettivi e le aspettative di ognuno di noi sono giustamente differenti , come ben differenti sono i risultati.

Ma la cosa più importante non è il risultato assoluto in sé e per sé, ma la partenza ed il percorso che si  è fatto per arrivarci. Un campione sarà sempre un campione… un sig.Rossi sempre un sig. Rossi….oggi però con 190 kg di panca…

Grazie Matteo per questa tua bellissima testimonianza che, spero, apra gli occhi a molti! Alla prossima!

P.S.: Commenta, condividi e scarica il report gratuito sulla OST, qui: http://www.oldschooltraining.net/report-gratuito/

P.P.S.:  Aggiornamento del 13/12/2014. Il sig. Rossi, in arte Matteo Notelli, ha vinto il campionato nazionale FIPL di bench press RAW col carico sollevato di 192 kg. Campione italiano dei pesi massimi e record nazionale. Chi altri diceva che era impossibile con questi metodi? (Per onore del vero, Matteo ora usa programmazione Sheiko, la quale, come tutti gli allenamenti sportivi, fonda i suoi principi proprio sulle basi dell’allenamento Old, multifrequenza e buffer in primis). Ad Majora!

Matteo Noteli BIG! Matteo Notelli Champion