Buongiorno.
Ed eccoci alla terza parte dell’approfondimento sul tema scottante del doping nel bodybuilding e fitness da parte di Mario Pietosi.
Ora ti abbiamo messo nella condizione di non essere ignorante e di non farti fregare dai moderni “para guru”.
Perché quando il sole della cultura è basso all’orizzonte, anche i nani proiettano lunghe ombre.
E bada bene che chiunque lavori in questo campo e guadagni con le preparazioni, è un ipotetico imputato nel processo contro le menzogne, chiunque guadagna in questo ambito è tendenzialmente “attenzionato” perché se allena qualche campione o campionessa dovrà giocoforza mentire fino alla morte circa l’eventuale e ipotetica assunzione di sostanze dopanti, oppure la sua bravura verrà messa in discussione e i suoi guadagni languiranno.
Tienilo sempre a mente quando ascolti qualche preparatore del mondo del culturismo fisico odierno.
Oggi parleremo del doping femminile, del doping per le donne.
Cominciamo dal principio.
“La donna, per sua stessa natura non ha la genetica per costruire grandi masse muscolari o per sopportare percentuali di grasso troppo basse.
In pratica, se la percentuale di grasso scende troppo, addirittura smette di avere il ciclo e non è più in grado di avere gravidanze, dato che il grasso rappresenta una fonte di nutrimento importantissima per i casi di carestia o per il periodo della gravidanza.
Comunque, va detto che anche per il semplice stress, a volte, smette di avere il ciclo e di essere fertile.
Il problema per la donna bber sono appunto gli ormoni che le permettono di essere donna a tutti gli effetti.
Estradiolo, progesterone e prolattina, lavorano per renderla in grado di sopportare i grandi dolori del parto e le carestie o privazioni (che ovviamente al giorno d’oggi sono limitate, ma che una volta non lo erano affatto) e per modellarne il carattere e l’aspetto fisico.
Questi ormoni sono direttamente responsabili della forma e della funzionalità del corpo della donna.
Promuovono l’accumulo e lo stoccaggio delle riserve adipose (cosce, glutei, fianchi e seno) nelle zone strategiche proprie della donna.
Da qui, ne consegue che la donna bodybuilder, se vuole costruire massa muscolare e abbassare le percentuali adipose è costretta ad osare e a stravolgere del tutto la propria natura.
Ovviamente sono scelte personali e nessuno dovrebbe metterci il naso. È una questione di priorità degli obiettivi.
Per quel che mi riguarda (Mario Pietosi), non sono né a favore né contro l’uso di tale pratica nell’uomo… ma per quanto riguarda la donna… beh, sinceramente sono contrario.
Il fatto è che ho visto troppi cambiamenti e stravolgimenti della personalità di donne che conoscevo (alcune amiche di lunga data, altre semplici conoscenti e altre ancora qualcosa di più) per poter accettare questa pratica legata al mondo femminile.
Ma torniamo sul tema.
La prima cosa (e di solito è anche il primo step che fanno le donne che vogliono cominciare a costruire muscoli ed un corpo da bodybuilder) che fanno è inserire un antiestrogeno per combattere gli effetti degli estrogeni.
Basta questo semplice accorgimento e già la forma fisica cambia drasticamente. Per prima cosa si nota un abbassamento delle percentuali di adipe sottocute. Ma a livello muscolare non succede ancora nulla.
Per seconda cosa comincia a cambiare l’indole della donna.
Ovviamente, non in modo molto palese ma comunque avvertibile.
Come detto, gli estrogeni sono quello che rendono la donna ciò che è. Come gli androgeni lavorano nell’uomo per renderlo l’esatto opposto della sua controparte: la donna.
Il secondo step a cui ricorre la donna bber, di solito a questo punto è inserire una molecola che abbia buona azione anabolica e, se ci tiene ancora a non virilizzarsi, con bassa azione androgena.
Di solito winstrol (stanazololo) o oxandrolone. Queste sarebbero le scelte più usate.
E già con questi accorgimenti, il corpo della donna cambia in modo drastico e drammatico. Più volumi muscolari, più dettagli dati dalla bassa percentuale di bf (body fat, massa grassa) e più tono muscolare e forza.
Il problema è che è facile farsi prendere dall’entusiasmo per i risultati e non ci vuole molto a cercare di avere più volumi, più durezza o forza.
A questo punto è un’escalation.
Più molecole associate insieme, più cicli all’anno e dosi sempre più massicce sono la conseguenza di questo stato di mentalità.
Succede sia nell’uomo che nella donna.
Solo che nell’uomo, magari è ben tollerato perché per sua natura è nato per essere “maschio”.
Ma la donna … beh, cambia completamente.
Non solo fisicamente ma anche a livello di carattere.
Oltre alla mascolinizzazione e virilizzazione fisica (irsutismo e aumento di masse muscolari e forza e abbassamento del timbro vocale) si hanno cambiamenti anche di carattere e di indole.
La prima cosa che si nota è l’irascibilità. In pratica scompare ogni dolcezza e remissività.
Il fatto è che qualunque molecola si scelga di usare, alla lunga e con l’aumento delle dosi, inevitabilmente porta a virilizzazione.
Tutte le molecole hanno una azione androgena residua, che seppure molto bassa, se associate diverse molecole tra di loro si moltiplica e diventa piuttosto consistente.
Già a livelli in cui non è necessaria una massa muscolare imponente, è necessario abbinare diverse molecole per avere gli effetti di durezza e definizione necessari per gareggiare. Perfino nelle categorie figure o bikini.
Direte, ma allora com’è che ci sono bber donne bellissime e femminili e altre che sembrano a tutti gli effetti degli uomini?
Innanzi tutto gioca un ruolo fondamentale la conformazione ossea.
Ci sono donne che hanno già dalla nascita una struttura scheletrica mascolina (fianchi stretti, bacino piccolo e spalle larghe) e hanno molte possibilità di sviluppare caratterizzazioni mascoline con l’uso di tali sostanze. Altre invece (più fortunate) hanno già dalla loro parte la natura.
Un esempio su tutte Michelle Lewine.
Ovviamente e per fortuna, si può sempre ricorrere al chirurgo plastico. E non solo per rifarsi il seno, cosa a cui tutte sono costrette, dato che il potere androgeno di queste molecole porta inevitabilmente alla riduzione di grasso e delle ghiandole che si trovano nel seno e si ritrovano con delle cornamuse flosce al posto delle tette.
In genere si hanno cambiamenti anche da parte dei caratteri del viso. Le cartilagini tendono ad ingrossarsi ed ecco che anche il naso, le mascelle e gli zigomi diventano in qualche modo di aspetto più mascolino.
Se poi ci mettiamo anche il fatto che alcune ricorrono anche a questi livelli all’uso di gh, ecco che il chirurgo plastico ha il lavoro assicurato.
Passiamo ora al gradino successivo. Le body builder delle categorie più hard.
Ecco che a questo punto, si arriva alla vera e propria uguaglianza dei sessi.
Sia per quanto riguarda l’uso delle varie molecole, che per quanto riguarda le stesse pratiche (bulk-cut) a cui ricorrono gli uomini, che per quanto riguarda lo sviluppo muscolare.
Non ci sono differenze sostanziali, nel doping ad alti livelli sia maschile che femminile. Si ricerca in entrambi i casi la durezza estrema e lo sviluppo di masse muscolari molto imponenti. Ecco che le dosi sono molto massicce e i cicli sono continui per tutto l’anno alternando le fasi di crescita e di ricerca della qualità muscolare.
Si associano diverse molecole come: testosterone (le più decise e temerarie) deca, bolde, winstrol, oxa, oxymetolone e anche trenbolone e masteron.
In più, dato che come dicevamo in una parte di un precedente post, alcune molecole aromatizzando convertono in estrogeni, ecco che si inseriscono antiestrogeni in ciclo e alcune molecole che evitano l’azione dell’aromatasi.
In più aggiungono anche gh, termogenici e peptidi.
Quindi, le stesse cose che si fanno per gli uomini.
A questo punto, inutile dirlo, della donna sarà rimasto solo lo stato civile all’anagrafe, dato che avranno sviluppato una indole e dei caratteri del tutto maschili.
Non so se avete visto qualche filmato o intervista a una competitrice di quei livelli e se lo avete fatto, di sicuro vi si sarà accapponata la pelle al sentire la loro voce.
Perfino una delle più belle e femminili come Gal Ferreyra Yates ha la voce rombante come il motore di una Harley.
Certo pare strano o inconcepibile che una donna decida di stravolgere a tal punto la propria natura “solo” per perseguire un ideale e la ricerca di determinati risultati. Ma come detto prima, è una questione di priorità.
Ripeto: per quello che mi riguarda, sono contrario all’uso di tali molecole nella donna.
Ma come disse qualcuno: meglio essere un guerriero che sa coltivare un giardino, piuttosto che un giardiniere che non conosce l’arte della guerra. Un giardiniere in guerra non avrebbe vita lunga. Allo stesso modo un preparatore dovrebbe conoscere l’argomento da tutti i punti di vista… e solo poi, decidere se applicarlo o meno.
Per quanto riguarda le categorie più soft, ci sono anche altre molecole da citare.
In pratica, dato che le molecole aas che usano sono poche, hanno bisogno di assumere anche diuretici per assicurare lo smaltimento di liquidi sottocute che sarebbero presenti e che, mancando altre molecole più performanti, diventano necessari.
Questa è una classe di molecole che promuove la ritenzione di potassio e va squilibrare il rapporto col sodio, la cui increzione (accumulo) è data dalle molecole di aas.
Il problema è che possono essere davvero pericolosi, dato che non c’è modo di sapere fino a che punto provocano tale ritenzione di potassio. Crampi, contrazioni, tremori e in alcuni casi più gravi perfino infarto possono essere causati da queste molecole.
Ecco che se con le molecole di aas si può scherzare, con queste altre non si può.
Ho visto più problemi legati a squilibri osmotici che all’uso di aas.
I vari malori che si verificano sul o dietro il palco in gara sono il più delle volte provocati proprio da queste molecole.
Il fatto che poi possono anche aggravare alcuni sides che sono legati all’uso di alcune molecole termogeniche, li rende davvero molto pericolose.
In pratica succede che possono aggravare i crampi dati dal clenbuterolo (usato per la sua secondaria azione di termogenico) e i problemi a livello cardiaco dovrebbero sconsigliare l’uso o la pratica di ricarica e scarica del sodio in concomitanza dell’uso di queste molecole.
Per riconoscere una user da una non user, valgono le stesse regole che valgono per l’uomo. Solo che per la donna è ancora più palese. Una donna, per natura non può avere grosse masse muscolari o percentuale di grasso sottocute al di sotto di un certo livello.
Quindi, se è muscolosa, tonica, con poco grasso, di sicuro è una user.”
P.S.: Spero di averti aiutato, con tutti questi articoli, ad aprire gli occhi. Condividi se è così.
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