Nella rubrica “Articoli dei nostri lettori” voglio dare la parola a un ragazzo conosciuto sul web che fa parte del nostro gruppo.
La sua storia ha dell’incredibile e ti deve far riflettere.
Quante volte ti lamenti che le cose non ti vanno bene e smetti di allenarti autocommiserandoti?
Beh… È l’ora che ti segga per leggere con attenzione questa incredibile storia vera e autobiografica.
Ecco a te:
Ciao a tutti, mi chiamo Federico, vivo in Sardegna e ho 29 anni appena compiuti.
Sono qui sulla pagina di Oreste, che ringrazio per l’opportunità, per raccontarvi di come l’allenamento abbia migliorato una vita praticamente allo sfascio, in questo caso la mia, e magari motivarvi un po’, sia in palestra che soprattutto fuori. Cercherò di essere breve e non annoiarvi troppo!
I miei problemi sono iniziati praticamente fin dalla nascita: sono nato affetto da Thalassemia Major (più comunemente chiamata anemia meditarranea) e dall’età di un anno in poi ho iniziato a ricevere trasfusioni di sangue ogni 2 settimane circa, terapia varia e controlli di ogni genere molto frequentemente.
Nonostante questo non mi sono mai imposto dei limiti e ho iniziato già da piccolo con lo sport, inizialmente il nuoto, dando il massimo, incurante dei valori di emoglobina la metà di quelli normali; molto promettente secondo gli allenatori ma qua la prima batosta, certificato agonistico negato dai medici, decisi dunque di smettere.
Passai al calcio verso i 10 anni, discreto centrocampista ma si fecero ben presto evidenti deficit di crescita, e io che inizialmente ero il più veloce e prestante di tutti mi ritrovai a non riuscire a stare più al passo di nessuno, abbandonai anche il calcio.
All’improvviso successe qualcosa che mi cambiò totalmente la vita, avevano trovato un donatore di midollo osseo, sarei potuto guarire attraverso un trapianto!
Non ci pensai due volte, nonostante i rischi, abbandonai la scuola e da là a poco mi ritrovai ficcato in una camera sterile di ospedale, il giorno stesso di Capodanno, avevo 16 anni.
Attaccato a delle macchine 24 ore su 24, cicli di chemio, incapacitato a mangiare e quasi del tutto isolato dal mondo esterno, mi era permesso di vedere i miei cari attraverso un vetro per qualche ora al giorno, se non ero troppo stanco per star sveglio. Non mi persi d’animo, ero fiducioso.
Passarono i giorni e passarono i mesi, venni dimesso ma ero costretto a recarmi in ospedale ogni giorno, tenere un catetere e una mascherina costantemente, mangiare quasi niente e vivere in un casa “sterile” a pochi kilometri dall’ospedale senza poter incontrare estranei. A questo punto pesavo meno di 50 kili, senza capelli e quasi incapace a camminare.
Dopo circa un anno in queste condizioni fu chiaro che qualcosa era andato storto, il trapianto non era riuscito, il mondo mi crollo addosso e caddi in un baratro.Tentai il suicidio due o tre volte indirettamente, smettendo totalmente di curarmi, arrivai prossimo all’infarto varie volte; una situazione che andò avanti per svariati anni, poi finalmente la svolta.
Decisi di riprendere in mano la mia vita, ricominciai a curarmi e mi iscrissi in palestra per provare a tornare in forma.
Iniziai con le classiche bro split ma ebbi il culo di aver sempre avuto un approccio molto scientifico e ragionato in tutto quel che faccio, quindi continuai a studiare e documentarmi migliorando pian piano i miei programmi; mi appassionai poi al mondo della forza.
Dopo una breve parentesi con il powerlifting sono passato alla pesistica, che pratico da circa 6 mesi.Mi alleno e programmo da solo, solitamente 5 o 6 giorni a settimana, e vedo un coach una volta la settimana circa per la tecnica.
I miei numeri migliori sulle 3 alzate principali, mentre affino la tecnica su quelle olimpiche, sono per il momento 180 di stacco, 130 di squat e 100 di panca, a 60 kili di peso, non così male considerato il mio background!
Nonostante l’età già avanzata per la pesistica mi piacerebbe un giorno competere e provare a far buoni numeri, è molto dura vista la mia condizione e non so se otterrò mai un certificato agonistico ma ho ancora circa 5 anni di tempo e ce la metterò tutta; mi piacerebbe anche, in un futuro remoto, diventare coach.Al momento mi sto allenando così:
Da LUN a VEN mattina: jogging + stretching
Ad ogni inizio sessione: warmup generale, stretching blando, warmup sbarra
Ad ogni fine sessione: Addominali, stretching, scarico schienaLUNEDI
Gambe dietro
Strappo
Tirate strappo (o dal deficit)
Catena posteriore (ipertensioni/good morning/stacchi a gambe tese-romeni)
Complementari (Panca stretta – lento avanti – trazioni – parallele)MARTEDI
Girata + front squat + spinta
Tirate slancio (o varianti)
Push press
Catena posteriore
SaltiMERCOLEDI
Gambe avanti
Stacchi
Complementari
Catena posterioreGIOVEDI
Strappo semiaccosciata
Tirate strappo (o varianti)
Push press presa strappo + overhead squat
Catena posteriore
Salti
VENERDI
Gambe dietro
Girata in semiaccosciata + spinta frontale
Tirate slancio
Catena posteriore
Complementari
Tra alti e bassi, oggi posso dire di aver superato i miei problemi quasi del tutto, sono relativamente in salute e conduco una vita felice, sono convinto che l’allenamento mi abbia dato una grossa mano, ricordandomi di non mollare mai.
Spero la mia storia vi aiuti a ricordare di mettercela sempre tutta e rialzarvi dopo ogni caduta, sia in palestra che soprattutto nella vita!
Un ringraziamento a Oreste e Shelley per aver voluto raccontare la mia storia e buon allenamento a tutti, ciao!
(ne approfitto per invitarvi ad andare a donare il sangue quando potete!).P.S.: Piaciuta la storia? Ti ha motivato? Allora condividila sui tuoi social network!
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