Vorrei ancora insistere su quello che ritengo essere uno dei concetti-chiave, se non il concetto-chiave per eccellenza ai fini dell’aumento della forza: il concetto di AUTOREGOLAZIONE.
Come ho già avuto modo di affermare, noi non siamo robot e di conseguenza le nostre prestazioni risultano fortemente condizionate dallo stato di forma che presentiamo al momento di allenarci.
E il nostro stato di forma è a sua volta influenzato da diversi fattori (sonno, alimentazione, stress di vari tipi o anche l’allenamento stesso).
Appare dunque chiaro che non si potrà mai dare il 100% tutte le volte che ci si allena perché ciò sarebbe fisiologicamente impossibile.
E che fare allora?
Per ovviare a questo inconveniente esistono 2 strade:
1) L’adozione di un sistema di allenamento razionale, che preveda un giorno PESANTE, uno LEGGERO e uno MEDIO, oppure uno PESANTE ed uno LEGGERO;
2) L’impiego di uno schema ad AUTOREGOLAZIONE, molto vicino alla logica del c.d. MAV (ma un po’ meno conservativo rispetto a quest’ultimo) che consiste nell’intraprendere l’allenamento di un dato esercizio con un carico relativamente agevole, incrementandolo di serie in serie sino a quando non si arriva ad un peso ostico, cioè che rallenti eccessivamente l’ultima ripetizione, a quel punto ci si ferma e, volendo, si possono eseguire uno-due sets con quello stesso peso prima di passare all’esercizio successivo;
Quale dei 2 sistemi è il migliore?
A mio avviso il primo, pur avendo una sua utilità, presenta il grosso limite di non tener effettivamente conto della condizione che il sollevatore presenta nel giorno dell’allenamento. Può, infatti accadere che nel giorno che il sollevatore aveva previsto come LEGGERO, questi sia in splendida forma e riesca a spingersi ben oltre rispetto all’ultima volta, o, viceversa che nel giorno previsto come PESANTE la sua forma sia precaria, cosa che non gli permette neanche di eguagliare il massimo carico dell’ultima seduta (sempre pesante).
Da ciò discende l’importanza dell’AUTOREGOLAZIONE, concetto che può essere concretizzato solamente attraverso l’impiego di uno schema a carico crescente di serie in serie.
Facciamo un esempio banale:
se Tizio al lunedì deve eseguire un 5 serie da 5 progressivamente più pesanti con questo schema:
5 x 70%@5rm,
5 x 80%@5rm,
5 x 90%@5rm,
5 x 95%@5rm,
5 x 100%@5rm
e si rende conto di non essere al top, per cui arrivato alla terza serie col 90% del 5rm, percepisce il carico come ”ostico” allora potrà fermarsi ed eseguire magari 1-2 serie con quel peso, senza proseguire l’ascesa poiché probabilmente fallirebbe il set finale.
Buon allenamento. Francesco Schipani.
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