FLESSIBILITÀ VS MOBILITÀ… perché non parlare di ROM (Range Of Motion)? di Luca Costanzelli e Alessandro Roppo

Wu Di, tennista cinese

Wu Di, tennista cinese che ad ottobre 2015 fa ha affrontato Nadal all’Atp di Pechino

<<Chi è senza peccato scagli la prima pietra!>>, è arduo trovare uno sportivo, amatoriale o professionista, che nella sua carriera non abbia mai lamentato problemi di Mobilità.

Quanti si ritrovano a 16,25 ,40 o 50 anni sentendosi “bloccati” come il traffico sul Raccordo alle 8.00 di mattina?

Quanti vivono nel dubbio di quali siano le peculiarità che differenziano Flessibilità e Mobilità (ammesso che se ne accetti una differenza fisiologica)?

Ma cosa più importante, quanti operatori dello sport accettano il fatto che questi due aspetti meritino attenzione e vadano trattati alla stregua delle capacità condizionali e metaboliche, quindi inseriti in una programmazione a breve, medio e lungo termine?

Come per ogni altro aspetto dell’allenamento, alla base di tutto c’è la valutazione dell’atleta (oltre che del modello prestativo), per poter comprendere a pieno quali siano le reali necessità e criticità su cui porre attenzione, per poi passare all’analisi e interpretazione dell’esito dei test e a programmare l’allenamento individuando i migliori metodi e mezzi a disposizione.

Questo purtroppo non avviene quasi mai, e ancor meno avviene nell’ambito della Flessibilità e Mobilità (che ricordiamo essere due aspetti diversi); spesso vengono allenate con la convinzione che vi sia un miglioramento del ROM articolare in entrambi i casi.

Se per l’allenamento della Forza (nelle sue varie forme) la letteratura produce tabelle di riferimento, così come esistono diversi test per l’allenamento metabolico, per questi due aspetti esistono dei sistemi di valutazione che utilizzano il ROM come comune denominatore.

Ad esempio le tabelle a nostra disposizione indicano come il ROM ottimale per la Flessione del ginocchio sia di 130°; oppure che l’estensione ottimale per il gomito sia di 180° (specifichiamo che questi numeri indicano parametri esercizio-indipendenti prescindendo dalla differenza di genere).

Una volta trovato il ROM di riferimento si deve tendere al miglior metodo di allenamento per potersi avvicinare il più possibile a tale standard?

ASSOLUTAMENTE NO (o meglio, va verificato da atleta ad atleta in base al caso di specie)!!!

Deve essere valutato se il ROM articolare sia sufficiente a svolgere nel miglior modo possibile i propri esercizi ovvero i gesti tecnici specifici e se dovrò intraprendere un programma di mobilità o flessibilità per poterlo migliorare.

Ma fare per valutare tutto ciò?

Esistono diversi test (più o meno validi e datati) , o semplicemente ci si può limitare ad eseguire l’esercizio a corpo libero, cercando gradualmente di raggiungere gradi articolari sempre migliori.

Noi di ADT preferiamo utilizzare la tecnologia a nostra disposizione, che fortunatamente nel 2015 si è evoluta rispetto ai classici goniometri o applicazioni smartphone.

Grazie al Sistema Inerziale Gyko (Accelerometro 3D, Giroscopio 3D, Magnetometro 3D) otteniamo informazioni sul ROM applicandolo in prossimità dell’articolazione interessata (ad esempio se vogliamo valutare la flessione del ginocchio, basta applicare il Gyko a metà della gamba o alla caviglia) e chiedere all’atleta oggetto di valutazione di eseguire il movimento indagato. In esito al feedback ottenuto dal test si possono analizzare i risultati al fine di stabilire la linea da seguire.

Di seguito si riporta un esempio di come, al fine di valutare il ROM dell’articolazione della spalla, è stato chiesto all’atleta in valutazione di effettuare movimenti di flessione, estensione ed abduzione mantenendo il braccio esteso. Nello specifico, il test è stato effettuato su un pallavolista che ha subito un infortunio alla spalla sinistra (non preventivamente testata); si è assunto come ROM di riferimento la spalla controlaterale in modo che l’obiettivo, nella riabilitazione, sarà quello di raggiungere almeno i ROM articolari controlaterali che successivamente saranno paragonati agli standard di riferimento.

braccio abduzione braccio estensione braccio flessione

ADT Coach Luca Costanzelli & Alessandro Roppo