Intervista ad Ado Gruzza

Oggi ho il piacere di avere sul Blog della Old School (OST) Ado Gruzza, allenatore FIPL della squadra di powerlifting di Parma e della nazionale Juniores di PL, nonché autore del bestseller “Il Metodo Distribuito“, edizioni Pure Power.

METODO-DISTRIBUITO-GRUZZA

Diamo subito spazio ad Ado.

Ado Squadra

  • Ciao Ado. Iniziamo subito a scaldare i motori con una domanda un pochino provocatoria. Alcuni dicono che il powerlifting non è il bodybuilding della forza, cioè l’estetica delle gesta di forza, e che, quindi, se sollevi un buon carico anche senza l’esecuzione corretta va bene lo stesso. O meglio, se non sei un ragazzino è inutile trascorrere troppo tempo alla ricerca della tecnica perfetta perdendo magari diversi chili sul bilanciere perché ormai le tue sinapsi hanno appreso un tale movimento ed è dura modificare i pattern di sollevamento. Tu pensi che trascorrere ore e ore di lavoro in palestra per ricercare la tecnica perfetta sia un qualcosa di davvero utile nel sollevamento pesi anche in età matura?

Partiamo da un punto fermo.
Questi ultimi anni hanno dimostrato, senza alcun dubbio, quanto la gestione del gesto tecnico sia fondamentale. Riflettevamo, pochi giorni fa, come oggi abbiamo ragazzini totalmente natural, che a 80 kg di peso corporeo fanno i carichi che poco tempo addietro facevano quelli che andavano a podio a 110 o 125 kg di peso corporeo. A volte anche oltre.  I risultati sono cresciuti all’impazzata, e anche un cieco capirebbe che il merito è nella nuova cultura tecnica acquisita.
Senza dimenticarsi che (ed è la cosa più importante per quanto riguarda il nostro ragionamento) il numero di atleti veramente natural sempre e da sempre è cresciuto in maniera esponenziale.
Non è un discorso etico, non mi frega nulla di chi si dopa e chi no. Diventa per me un discorso puramente tecnico: in questo sport, la chimica aiuta talmente tanto da permettere a me di battere Vettel in una corsa di macchine, semplicemente perché io guido una Testarossa e lui una panda 4 x 4 con le gomme chiodate. Risultato che non mi dice nulla sulla nostra abilità di piloti. Chiaro no?
Per capire la bontà di un metodo, sono i risultati a parità di condizioni distribuiti nel tempo e su grandi numeri ad essere determinanti.
Esistono atleti che fanno tutto il contrario di quello che dovrebbero fare e fanno numeri pazzeschi. Sono pochi, pochissimi. Però ci sono. Vi ricordate come correva Michael Johnson? Ecco, uno su mille. Se si estrapolano da questo numero quelli veramente natural, sono ancora meno. Però ci sono.
Solo che a voi, appassionanti, serve avere una strada strutturata. Non si può pensare di comprarsi casa giocando al superenalotto.

Venendo alla tua domanda, tutti oggi parlano di tecnica, tutti! Il problema è che pochissimi ne parlano con cognizione di causa. Vedo gente copiare a papera parole sentite all’ultimo corso istruttori o letti in qualche articolo. Questo però è totalmente irrilevante dal punto di vista tecnico.
L’estetica, ad esempio, con la tecnica non c’entra niente. Chi si pone questo dubbio o fa questa critica, semplicemente non è sufficientemente preparato.  Quando vedo uno squat brutto, vedo uno squat che potrebbe essere fatto con più chili, non vedo uno squat inestetico! Chiaro no?

La tecnica è la via dell’attivazione neuromuscolare, dello sviluppo massimo della forza. Credo che siano incomprensioni più da social network che da vita reale.
Nessun Maestro di atletica, di Judo o di qualunque altro sport si porrebbe mai un dubbio così idiota. Per questo me ne disinteresso completamente. In banca ti dicono quanti soldi hai, non quanti ne vorresti avere!

Ho avuto la fortuna di prendere gente dal niente e portarla a fare chili, per loro, impensabili, e incredibili se paragonati a quelli dell’appassionato medio (clicca sui nomi per vedere i video delle prime gare di Rollo e Bianchi con 190 kg e 185 kg rispettivamente):
Riccardo Rollo (sua prima gara. Squat con 190 KG)
Marco Bianchi (prima gara. Squat con 185 KG)

Marco

Bianchi

Rollo

Rollo

I due ragazzi, agli ultimi Campionati Italiani hanno fatto rispettivamente 305 e 320 kg. Classificandosi secondi dietro a gente che ha fatto chili pazzeschi.

Ho avuto anche la fortuna di lavorare con gente già forte. Già strutturata. Lì le cose cambiano, la partita è (in maniera differente) altrettanto difficile. L’impostazione tecnica che devi dare ad una persona agli inizi sicuramente è molto diversa da quella che devi far percepire ad una persona già forte o molto forte. Questo, però, è ovvio!
Poi bisogna capire cosa intendiamo per forte.
Fare 250 di stacco è tanto? Sì, di norma sì, però, se ne potresti valere 290 di kg, il tanto diventa poco e il forte diventa meno forte.

Poi ci sono le rare eccezioni di cui parlavo prima.
Poi ci sono quelli che istintivamente trovano una idea di spinta ottima. Vedere lo squat di Josh Hancott, ad esempio. Perfetto e puramente istintivo. Però dire una rarità è dire poco.

Josh Hancott

Josh Hancott

Poi ci sono quelli che hanno delle leve che dovrebbero essere considerate fuori legge: Gibbs o Bakkelund ad esempio.

Bakkelund

Bakkelund

Gibbs

Gibbs

Quando lo Svedese Fransson ha battuto Brett Gibbs agli ultimi mondiali Junior ha dato una grandissima prova di maestria, dimostrandosi un fantastico Powerlifter.

Fransson

Fransson

Il primo con leve da ufo, quasi irreale, fortissimo di natura e tecnicamente da rivedere. Però mostruoso. Il secondo molto meno mostruoso, fisico bellissimo e normolineo, però conduce una gara perfetta, tirando fuori il 100% dal suo fisico con una spinta eccezionale.
Pensate anche che Bakkelund, il più forte dei norvegesi dopo Christiensen (però non di molto) tecnicamente forse è il più scarso (se mi passate il termine) o senza dubbio non il migliore. Però ha una struttura fisica che sembra costruita apposta per il PL. Dall’ombelico in su è un uomo di 190 cm dall’ombelico in giù è alto si e no 150 cm.

Christiensen

Christiensen

Quando si ha successo in un ambiente, per piccolo che sia, escono le critiche più disparate, anche spesso paradossali. Basta guardate gli ultimi Campionati Italiani. La stragrande maggioranza dei podi era composta da gente che ha fatto alzate bellissime! Sempre di più notiamo questo trend. Chi vuole emergere oggi, deve per forza lavorare sulla qualità.

  • Noi della Old School siamo fermi sostenitori della multifrequenza con relativo buffer anche per la costruzione di una buona massa muscolare. Che ne pensi a riguardo?

Che per buona parte delle persone, non ci sia altra strada, in particolar modo per il natural, dove una discreta frequenza di lavoro diventa ancora più importante.
Però è importante saper che non basta il concetto di multifrequenza per fare buono un allenamento.  Una cosa che ho visto dare tanto alla massa magra, cosa che sta interessando anche parecchio molti bodybuilder, sta nella ricerca di quella tecnica (non pensatela come tecnica, piuttosto come attivazione) che sta dietro al concetto di carico allenante.
Un carico è allenante quando da stimoli positivi all’organisimo. Durante la nostra carriera una data % di carico non rappresenterà sempre lo stesso valore allenante. Più un atleta è efficiente e più avrà stimoli solo positivi da carichi anche elevati. Ecco perché gente molto qualitativa e tecnica mette massa con 1,2 o 3 ripetizioni.
Un discorso molto lungo, estremamente interessante e che passa senza dubbio per la tecnica. Non è raro trovare gente che è aumentata di oltre 20 kg negli anni di allenamento a parità di massa magra. Senza fare una seduta che sia una tipicamente di ‘ipertrofia’ come si usa dire.

  • Si può davvero ottenere un buon fisico solo con i multi-articoalri e con l’aggiunta di intelligenti mono-articolari e senza l’uso di macchine e cavi?

Se non fosse vero, significa che tutti quanti staremmo sognando. Beh, c’è una fortissima tendenza al lavoro qualitativo sui fondamentali anche nel bodybuilding moderno. Credo che anche qua, ormai non ci sia più discussione.
Anche nel Crossfit ho visto fisici incredibili lavorando solo su fondamentali. Non mi dite però: i Crossfitter sono dopati, perché allora mi date ragione che il doping è la questione di fondo!

Io non sposo e non sposerò mai una causa o un metodo ciecamente.
Ho cambiato tantissimo il mio modo di allenare negli anni.
La gente è convinta che io faccia tanto volume, ad esempio, quando ne faccio fare pochissimo in realtà. Sono sicuro che i più, leggendo un mio piano di allenamento non riuscirebbero a riconoscerne la matrice. Il punto è che a me interessa vincere, mi interessa il risultato. Se tirare a minchia di cane pesi pesantissimi producesse risultati ripetibili, tali da avere costantemente gente sul podio nelle più importanti gare nazionali, beh, non dubitare che lo farei fare.
Ad ora ho avuto prova dell’opposto.

  • Anche noi, come te, crediamo che dopo il 1950 circa, l’epoca dell’avvento preponderante del doping nel mondo della ghisa, si sia passati dalla multifrequenza alla monofrequenza e dal buffer al cedimento. Oggi è davvero difficile riuscire a tornare indietro nel mondo delle palestre commerciali dedicate al culturismo. Oggi anche il mondo natural crede ossessivamente nel cedimento muscolare ad ogni costo e nella bassa frequenza di lavoro. Alcuni arrivano a dire che nella monofrequenza il volume settimanale è maggiore rispetto ad un allenamento in multifrequenza. Tu provieni da una scuola stile Sheiko, dove il volume settimanale è grosso. Il volume conta più nel powerlifitng o nel boy building?

Come dicevo poc’anzi il volume conta, però in certi periodi della vita di un atleta e non in maniera così ossessiva. Conta più che altro il volume totale fatto nella settimana, forse più (anzi per me senz’altro di più) che quello della singola serie, del singolo esercizio, della singola seduta. Il volume è un mezzo allenante, che non deve essere preso a totem di verità. Fare 10 serie da 3 non è detto che sia meglio che farne tre. Le cose veramente importanti sono altre: come spinge il soggetto? Come si accende sotto carico? Dove spinge?
Poi capire quanto volume sia necessario, beh, risulta la domanda del secolo.
Per quanto riguarda l’ossessione verso la monofrequenza, la mia esperienza sul campo mi dice che le cose stanno parecchio cambiando. Io vedo una netta inversione della tendenza. Anche perché, i  risultati parlano.
Mi spiace per gli haters di turno, però anche in questo caso, il Crossfit ha dato un impulso assolutamente positivo.

  • Inserire esercizi di weightlifting può aiutare nella costruzione di massa muscolare?

Bisogna saperli fare molto bene, iniziare da giovani, ed essere strutturati in maniera ideale, e poi , assolutamente!
L’appassionato di turno che si cimenta in strappi e girate così per piacere, ne ricaverà poco o niente.  Per cui occhio, che il tempo è denaro.

  • Raccontaci dei tuoi prossimi impegni. Come vanno le nuove leve del powerlfting a livello internazionale? Chi sono i giovani più promettenti?

Impegni: domani e dopodomani (9-10/05/2015 n.d.e.) sarò impegnato in un doppio seminario ultraspecifico a Verona, organizzato dalla mia amica e super appassionata Fausta Castagna. Sarà una roba super specializzata, spero sarà gradito.
Martedì 12 terrò presso l’università di Milano (Scienze Motorie ovviamente) una lezione sulla programmazione e pianificazione dell’allenamento della forza. Sempre un grande piacere, grazie al Professor Alberti, quello del Metodo della serie lenta a scalare.
Poi saremo in Sicilia per il Corso Istruttori FIPL, con grandissimo piacere a Palermo, per due week end a partire dal 23 maggio.

Poi ci saranno le gare, nazionali e internazionali.
L’evento più importante saranno senz’altro i Campionati Mondiali Junior in settembre.
Abbiamo una squadra di alto livello, in crescita costante.

I migliori giovani talenti del powerlifting Italiano, sono beh, tutti i convocati a questo evento. Volendo tirare fuori qualche nome nello specifico, senza dubbio Francesco Cosseddu classe 1995 è un atleta che mi emoziona parecchio, trova che se beh inquadrato potrà fare numeri di prima classe.