Fullbody per agonisti professionisti: al solo sentirlo si scatenano le ira di guru e santoni del web.

Sacrilegio!

Come osi associare queste due parole?

“Le fullbody sono solo per i principianti”, grideranno in molti

Eccoci allora con una ulteriore intervista, questa volta ad Angelo Bendetto, atleta culturista.

Fullbody per culturisti

         Fullbody per culturisti

Goditela.

 

– Ciao Angelo. Parlaci un po’ di te. Come è nata la tua passione per il culturismo fisico?

Ciao ragazzi, la passione per questo sport ha una storia abbastanza contorta ma sono qui per raccontarmi e raccontarla.

All età di 15 anni pesavo 54 chili e tutti i miei coetanei mi chiamavano”scheletro” in quanto,appunto,magrissimo.

Ho sempre desiderato essere pù in carne ma non riuscivo minimamente ad ingrassare pur sfondandomi di cibo.

Ricordo del primo film d’azione visto insieme a mio padre, era “Predator” con il grande Arnold, di quel film mi rimase impresso, quando lui era nel bosco con il mitra, il suo braccio possente e mi chiesi se fosse possibile ottenere un fisico cosi.

Nel 1998, all’età di 19 anni partii per fare il militare e successivamente in missione all’estero dove dopo 5 mesi presi 30kili.

Nel dicembre del 2000 ero 104 chili, una forma fisica davvero orrenda, decisi quindi di andare in palestra per dimagrire un po’ e cercare di poter diventare come Arnold.

Ben presto capii che per diventare come Arnold ci sarebbero voluti anni e molti sacrifici.

Dal 2000 al 2012 mi sono allenato in stile “classico palestrato” mentre dal 2013/2014 ho voluto spingere il mio corpo oltre i limiti del “classico palestrato” iniziando con le gare di body building, insomma un percorso che auguro a tutti visto che si mettono in campo molti fattori del proprio corpo e si riesce a conoscere meglio se stessi.

– Cosa ne pensi della OST (Old School Training)?

Che mi aiutato psicologicamente a spingermi più in là come guadagni e ha abbattuto delle “vacche sacre”!

– Noi siamo stati i primi a riportare in auge nel mondo della palestra le fullbody. Cosa ne pensi tu?

Per quanto concerne le full body penso che nelle palestre odierne, a parte i famosi risvegli muscolari delle prime settimane, nessuno ne parla e nessuno le propone e ne sono certo di questo visto le centinaia di palestre girate per l’Italia.

Penso che le full body abbiano una marcia in più rispetto alle split, e ricordo ancora delle mie prime full body fatte in HST. 

Nel mondo dell’agonismo purtroppo ci sono molte contraddizioni specie in chi non è mai riuscito ad ottenere risultati senza l’uso di certe “sostanze”, mi spiego meglio:

se parli con Tizio ti dice che non vai da nessuna parte senza “bombe”, mentre se parli con Caio ti dice che ti devi allenare tutti i giorni e se parli con Sempronio ti riferisce che se non mangi tante proteine non cresci.

Come si può ben capire il mondo del body building è fatto di molti miti tutti sfatabili, ma siamo noi, con la generazione odierna di body building, che potremo cambiare le cose.

– Se non erro tu provenivi dalla monofrequenza (BIIO), cosa è successo per passare alla multifrequenza? Quali risultati hai avuto?

Io sono un ex “BIIOLOGO”, non rimpiango nulla dei tre anni fatti in monofrequenza, ma purtroppo nel sistema BIIO ci sono delle carenze da colmare, specie i chi vuole proseguire con gli allenamenti intensi e brevi.

Ricordo che quando il lunedì facevo lo squat e riandavo sotto il bilanciere dopo 10 giorni non avevo le forze di rimettere lo stesso peso né di aumentarlo, pertanto andavano riviste le sessioni di allenamento, a mio modo di vedere troppo rarefatte per i più anziani in termini di allenamento.

– Come riesci a gestire la fullbody con 3 – 4 allenamenti a settimana?

La gestione personale delle full body avviene in questo modo:

Lontano dalle gare 3 volte a settimana e sotto gara 4 volte a settimana.

Nel primo anno non sono mai arrivato a cedimento muscolare, ma ho sempre cercato di portare a termine, ad esempio, un 8×8 aumentando di settimana in settimana il carico sui bilancieri, non posso nemmeno parlare di buffering in quanto le reps in cartuccia erano sempre ben poche.

– Come ti comporti con l’alimentazione?

L’alimentazione negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, basti solo pensare che negli anni 80/90 si preparavano le gare a pollo e acqua con ricariche di riso. Pensare oggi di arrivare in gara mangiando 600 grammi di carboidrati è pura utopia.

L’alimentazione deve essere la chiave per restare in salute e non di diventare dei barili in massa e delle alici in gara, se in massa sono a 4000 calorie non posso pensare di mettermi a dieta dal giorno seguente e passare immediatamente a 2000 calorie, ci sono dei passaggi per poter permettere al corpo e ai muscoli di non avere troppi sbalzi pena la perdita di preziosa massa muscolare e attacchi”bulimici” verso il cibo.

– Che ruolo riveste l’integrazione nella preparazione per una gara? Serve più per la massa, la conservazione di massa muscolare nei momenti di dieta o per la definizione?

L’integrazione alimentare non l’ho mai vista come un qualcosa di positivo, ho sempre visto gli integratori come marketing, ma alla fine mi sono ricreduto quando sono diventato agonista.

Quando sei agonista è come quando sei un pilota di formula uno: tutto fa la differenza anche l’ultima goccia di benzina.

Ho rivalutato molti integratori che con me non avevano mai funzionato in passato come, ad esempio, la carnitina o la creatina o gli acidi grassi essenziali, insomma tutti integratori che fanno la differenza in preparazione alle gare.

Ovviamente mi sento di consigliare vivamente a coloro che fanno uso di questi integratori che se non si è sotto stretta dieta non funzionano.

Nella fase di massa muscolare alcuni degli integratori che possono fare la differenza sono i seguenti: vitamina d3, vitamina c, complesso b, omega 3. Questi integratori possono fare la differenza nell’aiutarci a non ammalarci, ad assorbire meglio gli alimenti e a non prendere raffreddori nei mesi invernali.

– Che ruolo hanno nei tuoi allenamenti i monoarticolari? In che rapporto li inserisci con i multiarticoalri?

Gli esercizi mono articolari rimangono gli esercizi da me ribattezzati come rifinitura. 

Gli esercizi monoarticolari li ho utilizzati in preparazione alla gara, ma li utilizzo anche nei periodi off – season per dare maggiore enfasi ai muscoli più carenti.

I multiarticolari non mancano mai nel mio allenamento, ovviamente ho la mania di farli ruotare ogni 6/8 settimane sia per non far sorgere la noia, sia per dare ai muscoli nuovi stimoli.

In gara ricordo di aver portato 4 allenamenti settimanali in full body ed ogni 4 settimane cambiavo esercizi, ma il volume e l’intensità restavano invariati.

– Grazie per la chiacchierata Angelo!

Grazie a voi per avermi dato la possibilità di scrivere due righe sul mio percorso agonistico, per me è e rimane un piacere condividere la stessa passione. Vi saluto, alla prossima!

 

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